Massimo's message to all those who morned the death of his sister Elena
 
                                                                                              February 18, 2011

In Italian

Mi rivolgo a tutti quanti avete mandato un messaggio, quando avete saputo della morte di Elena. Indistintamente. Che lo abbiate fatto con un messaggio di posta elettronica, con un messaggio sul web, scritto o in Lingua dei Segni, con un sms, con un telegramma, con una telefonata, con un abbraccio, con uno sguardo, con una stretta di mano, con un bacio … o col silenzio.

Affido questa mia a voi tutti, perché possiate reindirizzarla anche alle tante persone delle quali non ho i recapiti.

 

Cari tutti. Voi tutti,

 

voi Comunità dei sordi, che con la vostra Lingua dei Segni avete trasformato il dolore e la parola della liturgia in gesto di amore,

voi amici, che avete espresso lo stupore e il rimpianto in parola o in scrittura,

voi parenti, che avete pianto per la perdita di una familiare terribilmente speciale,

voi compaesani, che avete manifestato la scomparsa di un sorriso dalla nostra comunità,

voi suoi colleghi, che avete testimoniato il riconoscimento delle capacità, dell’onestà e delle intuizioni,

 

sappiate:

 

Non scrivo per ringraziarvi,  perché non ne ho titolo.

Lo faccio per unirmi al vostro coro.

Perché sento di dovere unirmi alle vostre testimonianze di solidarietà, di stupore e di incredulità, di dolore e di rimpianto, di stima e di affetto, che la morte della mia amata sorella ha suscitato.

Scrivo a voi tutti per ribadire quello che voi tutti avete testimoniato.

 

Elena ha amato la vita e, per questa ragione, ha amato le persone, rispettandole con umiltà e con umanità, senza riserve, e coltivando di ciascuno solo i lati e gli aspetti positivi. Non per opportunismo, ma per puro ed essenziale altruismo, grande onestà intellettuale ed innato, genetico, come pure coltivato, senso dell’etica.

 

Con coraggio e determinazione, di cui era notoriamente dotata, ha persino maturato la consapevolezza della sua morte imminente.  E la ha accettata quale evento biologico naturale. Vi ha colto il senso, non di una fine, ma di una continuità ciclica sostanziale, che  perpetua nel tempo il dare e il ricevere dal compiuto.

 

Colmare tutto il vuoto che si è aperto con la morte di Elena è, ora,  estremamente arduo e difficile. Ne saremo capaci?

Continueremo imperterriti a tribolare, storditi dal futile dell’immediato, nelle nostre faccende  materiali?

Saremo mai in grado di cogliere lo scorrere della linfa ascendente sotto la corteccia di un albero e libraci, puri, verso quella essenza vitale del costruire per gli altri …? 

 

massimo (Palermo, 18 febbraio 2011)

 

In English:
 

My message goes to all of you out there who, having learnt about Elena’s death, reached out to me. Indiscriminately. It does not matter whether you did so trough a message, an e-mail, an sms, a call, a telegram, or just trough a look, an embrace a hand shake, a kiss…or just through silence.

I entrust the present to you all, so that you may pass it on to those whom I am not able to reach.

 

Dear All,

community of deaf, whom, through  your sign language transformed pain and liturgy of the word in a gesture of love,

friends who conveyed amaze and regret in a word or a script,

relatives, who cried for the loss of a dear one who was terribly special,

countrymen, who through a smile showed the pain,

her  colleagues, who testified and recognized her ability, honesty and intuition,

 

please:

 

I am not writing to thank you, I have no right nor the position to do that.

I am doing it just to join your  unanimous chorus

Because I feel the need to join all accounts of solidarity, astonishment, unbelief, of pain and regret, of worship and love, that the death of my beloved sister brought into our lives.

I am writing just to confirm all that you yourselves testified.

 

 

Elena, loved life, and for this reason, she loved people, respecting them with great humbleness and humanity, without any reserves, cultivating in each one all positive sides and aspects.

All under the light of total unselfishness , great intellectual honesty and with a born, genetic, and nurtured ethical sense.

 

With great courage and determination of which she was notably rich of,  she even matured the consciousness of her imminent death. She accepted it as a natural biological event. She understood its meaning ,as  not of end, but of a cyclical substantial following, which halts time in giving and receiving from the accomplished.

 

Filling the gap, left by Elena’s death is now difficult and demanding.

Will we be able to do so?

Will we  continue in our  tribulation, stunned by the useless present enriched by our material needs?

 Will we be able to capture the rising lymph under the cortex of a tree so to fly, pure towards the vital essence of building for others…?

 

massimo (Palermo, 18 febbraio 2011)